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Al ritmo di Monza

6 priorità

Per la città di tutti

Boulevard, corridoi e tetti verdi, ma anche fotovoltaici, riforestazione urbana, percorsi sicuri e protetti per pedoni e biciclette: anche se in tempi diversi (da qui a tre anni, da tre a sette anni) è possibile cambiare in meglio clima e volto di moltissime parti della città. 

Ad esempio? 

Curare la piantumazione (o ripiantumazione) delle principali vie di accesso alla città, come via Buonarroti, via Marsala-Romagna, Corso Milano-via Borgazzi, Via Aquileia, via Monte Santo, Viale Libertà e Viale Sicilia. 

Finire le connessioni ciclabili dove manca pochissimo per farlo, separarle dalla mobilità delle autovetture, realizzare gli itinerari previsti dal BiciPlan del 2016, mettere in progetto corsie ciclabili per Largo Mazzini-Corso Milano-Via Borgazzi (dal centro alla stazione della Metropolitana di Bettola), per Via Mentana (da Monza est alla Stazione ferroviaria), per le Vie Boito/Pergolesi/Ramazzotti (dal centro all’Ospedale), per Viale Sicilia (dalla Brianza est al centro), realizzare un primo anello ciclabile della città.

Collegare le vie ciclabili cittadine con le reti ciclabili sovracomunali.

Mentre la città non deve rinunciare a sperimentare nuovi sistemi di mobilità, come l’idea di accompagnare i propri bambini a scuola a piedi, la nuova metropolitana rivoluzionerà il modo di vivere dei monzesi e della Brianza, catapultando la città di tutti in una nuova dimensione da curare nel dettaglio: mentre attendiamo l’arrivo di M1 a Bettola, va costruito un PIANO M5, cioè un progetto di comunicazione e una valutazione dell’impatto urbano, sociale ed economico che favorisca la completa, piena e condivisa realizzazione della Metropolitana 5 per tutti i cittadini monzesi. Bisogna inoltre procedere tramite analisi e pianificazione delle ricadute delle singole fermate e terminal (Polo istituzionale con parcheggio di interscambio) curando la valorizzazione dei quartieri San Rocco-S. Alessandro e Cazzaniga.

Il Comune di Monza e quindi tutti i cittadini monzesi sono proprietari di alcune immense aree pubbliche dismesse e di molte altre piccole aree. Con l’aiuto degli strumenti di finanziamento europeo e con strumenti offerti dal diritto (ad esempio le Società di Trasformazione Urbano) Monza può dare l’esempio anche nei confronti delle aree dismesse private e avviare interventi di rigenerazione urbana di alto profilo. Occorre iniziare a rendere fruibili grandi parti di territorio: interventi per la formazione tecnica superiore, la residenzialità di studenti e giovani, servizi culturali, sociali e socio-sanitari, nuove connessioni viarie, corridoi verdi e interventi di forestazione urbana.

Bisogna poi intervenire per impegnare gli oltre 35 milioni di euro di investimenti già presenti nelle casse comunali dando attuazione agli interventi sui poli scolastici nuovi e innovativi ancora fermi (Corpo Borsa del Liceo Nanni Valentini e nuova Scuola Bellani-Citterio nell’area ex-Macello) e alle opere da tempo bloccate come la fermata Monza Est – Parco con il relativo sottopasso ciclopedonale.

Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito”. Nelle parole della scrittrice Marguerite Yourcenar c’è il segno di una possibile continua rinascita: la biblioteca non è solo il luogo del libro, della lettura e dello studio. È un luogo di incontro, di rigenerazione interiore, di attrazione per giovani e anziani, famiglie e singole persone, un sasso lanciato in uno stagno che a cerchi concentrici costruisce, lega e rende migliore una comunità. Portiamo le biblioteche nei quartieri dove non esistono, costruiamo con coraggio una Grande Biblioteca Europea per la nostra città e per la nostra provincia. Sarà una biblioteca da realizzare su area pubblica in centro o in quartiere di corona, con riqualificazione dello spazio urbano circostante ad integrazione della storica centrale via Giuliani, con annessi spazi aula studio, socializzazione in prossimità di piazza-isola pedonale, centri civici o plessi scolastici superiori.

Sosteniamo il servizio bibliotecario comunale con un progetto pluriennale, articolato in obiettivi a breve e lungo termine, che preveda soluzioni biblioteconomiche, strutturali, architettoniche e un piano di selezione di personale formato. Sviluppare la copertura urbana del servizio valorizzando la rete dei punti di prestito, potenziando le sale di lettura e pensando anche a un possibile servizio bibliobus. Sostenere sia le funzioni tradizionali delle biblioteche (lettura, informazione, documentazione, educazione permanente) sia la prospettiva della coesione e dell’integrazione sociale. Intervenire con azioni utili per le singole biblioteche del Sistema urbano e con nuove aperture di sedi di quartiere, riprendendo l’idea di una biblioteca “del verde” nel Parco e riorganizzando la Biblioteca Civica e le sue funzioni (storica e moderna) in una struttura bipolare: una nuova sede fondata sulla cultura digitale e orientata alla contemporaneità, adeguata alle esigenze della città e della provincia; mentre la sede di via Giuliani potrà diventare la Biblioteca della Memoria: storia locale, raccolte storiche, fondi della biblioteca Popolare degli inizi del Novecento e della Civica del 1938. La parte più antica del patrimonio bibliografico (sec. XVI-XVIII) è presente nel catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale e per questo è disponibile per la consultazione di un pubblico più vasto.

Rafforzare i servizi delle biblioteche caratterizzandoli contemporaneamente come parte delle politiche di welfare comunali, allineando così i servizi stessi alle più recenti indicazioni della letteratura scientifica in materia che riconoscono alle biblioteche un ruolo chiave per contrastare le ineguaglianze e per favorire la coesione sociale.

Il valore non solo locale dei beni culturali di proprietà comunale (museali, archivistici e bibliografici) suggerisce un progetto per la promozione coordinata dei tre servizi individuando alcuni percorsi: ad esempio, iniziative espositive comuni.  

I segni della lungimiranza e della vivacità di una città sono prima di tutto legati alla cura dei piccoli, che pur in tempi di calo demografico continuano a rimanere la voce di speranza di una comunità. L’attenzione ai luoghi della loro educazione e dell’istruzione, la cura degli edifici, la corretta dislocazione delle strutture, rappresentano il necessario aiuto alla loro crescita ma anche un modo per consentire alle famiglie e in particolare alle donne di conciliare lavoro, cura educativa e tempi di vita.  

Così come una decina di anni fa sono state azzerate le liste di attesa nelle scuole materne è ora il momento di azzerare le liste di attesa per gli asili nido (in città oggi 170 bambini non possono fruire dei servizi educativi di Nido). Facendo attenzione anche ai dati demografici, in una prospettiva di breve termine si possono ridurre le liste di attesa già per 40/70 bambini. In una prospettiva di medio termine si possono eliminare le liste di attesa nei cinque anni di amministrazione. 

La Villa Reale e il Parco devono essere considerati come insieme unitario di straordinari valori ambientali e monumentali, un bene pubblico da valorizzare e riqualificare sotto molteplici profili, mantenendo un «impegno alla conservazione permanente» e alla «destinazione ad attività museali, culturali, di rappresentanza e di fruizione e conservazione del verde», come previsto dall’art. 8 dell’ “Atto di cessione gratuita da Demanio dello Stato a Comune di Milano e Comune di Monza del complesso immobiliare denominato Villa Reale e Parco di Monza”, del 4 aprile 1996.

Tutto il complesso monumentale, dalla Villa Reale alle due ville duriniane alle cascine ai mulini, dai boschi ai prati, dalle prospettive alle rotonde, deve essere progressivamente destinato a funzioni culturali, ambientali e sociali. Niente di più attuale (Agenda 30 dell’ONU, Next Generation Plan, PNRR), da accompagnare con il rilancio della richiesta di inserimento tra i beni patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

Conseguenza di questa logica è l’aumento della attrazione ambientale, culturale e turistica per la città stessa.

  • È quindi necessario rafforzare il percorso partecipativo del Masterplan perché sia trasparente, coinvolgendo cittadini, associazione ed enti ed indispensabile attuare al più presto gli interventi prioritari sul Parco, già definiti nell’Accordo di programma e finanziati con 27 milioni di Euro, e terminare i lavori di restauro della Villa Reale, prima di tutto l’ala nord e parte dell’ala sud.
  • Premessa necessaria di ogni intervento sarà l’individuazione delle funzioni da insediare nella Villa Reale in modo che diventi fondamentale punto di riferimento per la città, centro di sviluppo delle attività artistiche a Monza, polo di impresa culturale, tenendo presente un’ampia gamma di possibilità di utilizzo che comprenda scopi culturali, formativi e turistici per la Villa, e le funzioni ambientali, agricole, educative, ricreative e sportive per il Parco. La valorizzazione culturale della Villa deve avvenire in collaborazione con la Regione, la Sovrintendenza, il Comune di Milano e il Ministero della Cultura, attraverso una coerente programmazione di eventi culturali, esposizioni artistiche, spettacoli musicali, e teatrali. Non mancano le idee: la Villa potrebbe diventare centro di un Festival Internazionale delle Arti, oppure di un Festival sui rapporti tra Italia ed Europa e sulla storia d’Europa, nel passato e nel futuro, oppure un Centro di riferimento europeo dedicato alla educazione e alla sostenibilità. 
  • Si dovranno studiare le possibilità offerte dalla Villa e dal Parco (ponendo particolare attenzione alla capienza e nel rigoroso rispetto del valore monumentale e della delicatezza dei luoghi) per ospitare concerti e spettacoli teatrali, oltre che convegni e mostre di interesse nazionale e internazionali, garantendo un attento e continuativo utilizzo del Teatrino della Villa Reale restituito alla sua funzione.
  • Sotto il profilo turistico, la Villa deve ambire ad essere il volano del turismo a Monza, restando aperta 6 giorni su 7 e puntando a un progressivo aumento del numero dei visitatori.
  • Occorre superare le incertezze amministrative manifestate in questi anni dal Consorzio. In questo senso, l’amministrazione comunale dovrà svolgere un ruolo chiave al fine di stimolare e indirizzare le attività e le decisioni del Consorzio, anche cercando collaborazioni con Fondazioni pubbliche e private, per consentire a Villa Reale e Parco di avere sufficienti risorse economiche per accelerare le opere e non disperdere gli ingenti contributi pubblici già stanziati e disponibili per i restauri della Villa e dei Giardini, la valorizzazione arborea e paesaggistica del Parco e il recupero delle Ville e delle Cascine. 
  • È indispensabile integrare l’organico del Consorzio (ad oggi sotto dimensionato rispetto alle necessità) attraverso l’assunzione di personale qualificato e motivato, dotato delle competenze necessarie per lo sviluppo e la salvaguardia del patrimonio storico paesaggistico e monumentale della Villa e del Parco.
  • Va valorizzata, la presenza delle scuole legata alle attività agricole ambientali e di gestione dei giardini, presenti nel comprensorio del Parco e della Villa Reale, il Liceo Artistico Nanni Valentini, la Scuola di Agraria e della Facoltà di Agraria. Andrà studiata la creazione di una scuola per artisti giardinieri, specializzati nella manutenzione dei giardini storici, coerente con la connotazione del Parco.
  • Per quanto concerne le attività di formazione, la Villa ospita da 100 anni attività artistiche di grande rilievo (l’ISIA prima e oggi l’ISA-Liceo Nanni Valentini), che hanno dato un riconosciuto impulso al settore artistico. Questa tradizione va consolidata, non solo ponendo fine al ritardo del restauro dell’ex Corpo Borsa, in modo da assicurare la funzionalità del Liceo Artistico Valentini, ma anche studiando la possibilità di insediare nella Villa (spazi oggi inutilizzati dell’ala nord) un polo di formazione a livello universitario, come il corso di gestione e management dei beni culturali prospettato da un noto Ateneo milanese. Le tematiche del design costituiscono inoltre particolare oggetto di interesse e attrattività poiché consentono di legare le attività di ricerca e formazione alla promozione e allo sviluppo di un settore industriale caratteristico della Brianza. 
  • Vanno identificati all’interno del Parco luoghi da dedicare ad area studio per studenti ed area smart working (es. Cascina del Sole, Cascina San Fedele) – dove sia anche disponibile wifi gratuito.
  • Occorre pensare al miglioramento della rete di trasporti pubblici con navette elettriche ben riconoscibili che colleghino la stazione alla Villa Reale; in secondo luogo con percorsi ciclabili che colleghino gli altri comuni alla Villa e al Parco per evitare l’eccesso di traffico automobilistico. In attesa della Metropolitana, e considerando la lontananza della Stazione ferroviaria, andrebbero favorite corse dirette su pullman da Milano alla Villa e al Parco, anche nei giorni feriali, con adeguato battage informativo che li inserisca nel “Grand Tour” italiano. Indispensabile la creazione di un collegamento ciclo-pedonale più diretto e ben segnalato tra il centro, la Villa e il parco attraverso la zona dei Boschetti. Occorre inoltre favorire l ‘accesso al Parco tramite il treno da Villasanta o dalla Futura fermata Monza EST. 
  • Il tema della valorizzazione turistica e degli obiettivi ambientali richiede un approccio integrato in termini di rispetto dell’ecosistema e la creazione di ben studiati itinerari turistici. In questo senso la prioritaria tutela dell’ambiente può realizzarsi anche attraverso l’utilizzazione di nuovi mezzi pubblici elettrici (o a basse emissioni) e con una più ricca proposta di soluzioni di mobilità sostenibile, studiando anche possibili chiusure temporanee di Viale Cavriga.
  • Con le dovute attenzioni, data la sua naturale attrattività, la Villa Reale o una delle dimore interne del Parco potrebbero ospitare un Convention & Visitors Bureau con valenza regionale con lo scopo di sviluppare la promozione del territorio regionale e della Villa Reale, Autodromo, sotto il profilo congressuale/eventi (MICE) e turistico al tempo stesso.
  • Le cascine e gli edifici costruiti nelle varie epoche nel Parco – Mirabello, Mirabellino, Cascina San Fedele, Mulino del Cantone, Sede RAI ed altri edifici – vanno recuperati e restaurati e va data una destinazione appropriata al luogo e alla struttura stessa privilegiando l’attrattività turistica e la fruizione pubblica, valorizzando al massimo il patrimonio Artistico e Agro Botanico in esso contenuto. A titolo di esempio gli Enti proprietari del Parco potrebbero acquisire la Villa Mirabellino al complesso Villa Parco. Cosa possibile gratuitamente: il Demanio dello Stato potrebbe trasferire il complesso al Ministero dei Beni Culturali e questo alla Soprintendenza di Milano, socia fondatrice del Consorzio Villa reale e Parco di Monza, che lo conferirebbe al Consorzio.
  • Vanno ripristinati e costantemente manutenuti i circuiti del benessere all’interno del Parco, con adeguate attrezzature e chiara segnaletica.
  • Il Parco dev’essere dotato di aree cani, oggi inesistenti.
  • L’Autodromo deve sempre di più indirizzarsi allo sviluppo della ricerca nell’ambito della mobilità elettrica eventualmente ospitando anche la Formula E, proseguendo nel suo uso per la come centro congressi e turismo di business. Andrebbe ridefinita l’accessibilità al Rondò della Stella, al Bosco Bello, al Serraglio dei Cervi e concordata una riqualificazione del patrimonio arboreo, oggi molto degradato.
  • Il Golf nel Parco deve garantire maggiore apertura al pubblico e convenzionamento per l’apprendimento della disciplina sportiva al vasto pubblico ed alle scuole.
  • Per la realizzazione di tutte questi indirizzi ed attività va istituita una delega ai rapporti con Consorzio Parco e Villa Reale in stretto coordinamento con lo stesso Presidente del Consorzio.

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